Negli ultimi giorni si sono diffuse diverse notizie riguardo alla possibile abolizione dell’assegno unico nel 2025. Tuttavia, la premier Giorgia Meloni e il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ci hanno tenuto a smentire queste voci, chiarendo che la misura non sarà eliminata ma soltanto modificata. Ecco cosa cambia.
Che cos’è l’assegno unico?
L’assegno unico e universale è un sostegno economico destinato alle famiglie con figli a carico. Viene erogato per ogni figlio fino ai 21 anni (in base a determinate condizioni) e senza limiti di età per i figli con disabilità. L’importo varia a seconda della situazione economica della famiglia (determinata dall’ISEE), dell’età e del numero dei figli, e di eventuali disabilità. Questo sostegno è definito “unico” perché unifica e semplifica le misure di supporto per la genitorialità, ed è “universale” perché garantito in forma minima a tutte le famiglie con figli a carico, indipendentemente dall’ISEE.
Cambiamenti previsti per il 2025
Di recente, si è parlato molto della possibilità che l’assegno unico venga sospeso nel 2025, soprattutto a causa delle preoccupazioni sollevate dalle opposizioni riguardo a possibili tagli di bilancio da parte del governo Meloni. Nonostante queste speculazioni, Meloni e Giorgetti hanno confermato che l’assegno non sarà abolito. Anzi, il governo intende modificarlo per rispondere alle osservazioni della Commissione Europea riguardo alla mancanza di universalità, poiché attualmente l’assegno è riservato solo ai residenti in Italia.
Modifiche all’assegno unico
Le modifiche previste all’assegno unico saranno definite nella prossima legge di Bilancio. La ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Roccella, lavorerà al nuovo piano che poi sarà presentato al Ministero dell’Economia. Una delle proposte prevede la riduzione dell’importo dell’assegno per alcune categorie: chi non presenta l’ISEE e chi ha un ISEE superiore a 45.000 euro potrebbe non ricevere più l’assegno di 57 euro per figlio. Le risorse risparmiate da questi tagli potrebbero essere redistribuite alle famiglie con redditi più bassi.