Le fusioni bancarie “potrebbero rendere le istituzioni finanziarie più resilienti agli shock economici, grazie a una maggiore diversificazione degli asset e a una gestione del rischio più robusta”. Queste operazioni, infatti, consentirebbero alle banche di rafforzare le proprie basi patrimoniali, riducendo l’esposizione a rischi concentrati su specifici settori o regioni geografiche.
Inoltre, secondo una portavoce della Commissione Europea, le fusioni offrirebbero alle banche del continente la possibilità di ottimizzare i loro modelli aziendali, perseguendo strategie di crescita più solide. Ciò includerebbe un maggiore focus sugli investimenti nella digitalizzazione, elemento chiave per migliorare l’efficienza operativa e rispondere alle sfide di un mercato sempre più competitivo. Le banche europee, con una maggiore dimensione e diversificazione, sarebbero meglio attrezzate per competere a livello globale, offrendo servizi più completi e innovativi, e favorendo al tempo stesso l’economia dell’Unione Europea.
Nonostante questi vantaggi, la Commissione Europea non si esprime su singoli casi di consolidamento, come ad esempio una delle potenziali fusioni bancarie, quella tra Commerzbank e UniCredit. Tuttavia, la portavoce ha sottolineato che “banche globali più grandi e diversificate potrebbero rappresentare un vantaggio per l’economia dell’Ue”, permettendo loro di affrontare meglio i cambiamenti macroeconomici e di fornire credito in modo più stabile durante le fasi di crisi.
Allo stesso tempo, la Commissione riconosce l’importanza fondamentale delle piccole banche, che continuano a essere un pilastro per le economie locali. Queste istituzioni, grazie alla loro presenza radicata nei territori, sono cruciali per stimolare la concorrenza, garantendo una gamma diversificata di prodotti finanziari a beneficio dei depositanti e dei consumatori. Le piccole banche svolgono anche un ruolo centrale nell’accesso al credito per le piccole e medie imprese, che rappresentano il cuore pulsante di molte economie locali in Europa.